Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Dino De Laurentiis, uno dei più grandi produttori cinematografici italiani e non solo.
Nato il giorno 8 agosto 1919 a Torre Annunziata in provincia di Napoli, Dino De Laurentiis (all’anagrafe Agostino) era figlio di un commerciante di pasta. Giovanissimo si trasferisce a Roma e nel biennio 1937-38 intraprende la carriera di attore iscrivendosi al Centro Sperimentale di Cinematografia. Capisce quasi subito che il suo posto è dietro e non davanti la macchina da presa e inizia così a produrre film.
Dino De Laurentiis, le pellicole italiane
De Laurentiis, fratello di Luigi, ha prodotto alcuni tra i film più celebri del cinema italiano, da Riso Amaro (1948) di Giuseppe De Santis a Napoli milionaria (1950) di Eduardo De Filippo, da Dov’é la libertà? (1954) di Roberto Rossellini a Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli e La grande guerra (1959) di Mario Monicelli, con Alberto Sordi e Vittorio Gassman, Leone d’Oro a Venezia. Nel 1948 con Carlo Ponti ha costituito la Ponti-De Laurentis e ha realizzato il primo film italiano a colori, Totò a colori (1952) per la regia di Steno. Con Federico Fellini sono arrivati poi La strada e Le notti di Cabiria, ambedue premi Oscar per il miglior film straniero.
Il trasferimento a Hollywood
A causa della legge del 1972 che impone la totale produzione italiana per l’ottenimento dei sussidi, De Laurentiis decide di trasferirsi negli Stati Uniti, dove fonda una nuova società. A Hollywood continua a produrre grandi successi: Serpico (1973) di Sidney Lumet, I tre giorni del condor (Three Days of the Condor) (1975) di Sydney Pollack, Il giustiziere della notte (Death Wish) (1974) di Michael Winner, Conan il barbaro (Conan the Barbarian) (1982) di John Milius, L’anno del dragone (Year of the Dragon) (1985) di Michael Cimino, e anche alcuni remake come il King Kong (1976) di John Guillermin o Il Bounty (The Bounty) (1984) di Roger Donaldson con Mel Gibson, ma anche alcuni flop al botteghino, come Dune (1984) di David Lynch o Tai-Pan (1986) di Daryl Duke.